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Raccontare il cammino. Storie di moderni pellegrini

Foto Giacomo Capruzzi

Causa ritmi accelerati del presente, sembrerebbe non essere rimasto tempo per il passo paziente del pellegrino. Eppure, segno di un’irriducibile natura errante, il cammino come orizzonte di senso resiste all’epoca della fretta. Il pellegrinaggio, come sottolinea Alberto Chiara, è esattamente utilizzare un tempo secondo natura, un “movimento antico e misurato su ritmi ancestrali” che, simbolo della universale necessità del ritorno a sé, è “misura e tratto dell’essenzialità”. Religioso e al contempo secolarizzato, il “racconto legato a un andare” non è patrimonio esclusivo della fede ma, “modo di vivere e soffrire”, è segno di un’esistenza che accomuna e lega insieme. Creando un meticciato di lingue e culture, il cammino annuncia un regno di solidarietà ecumenica. Il valore dell’ospitalità e della solidarietà, riscoperto, è radice di rinascite individuali e collettive.

È Laura Malandrino a introdurre i lati giornalistici della questione, sottolineando come i media abbiano riscoperto l’importanza del racconto in itinere. Ad Limina Petri il progetto al quale, nel 2006, partecipa insieme a Stefania Careddu; raccontare il percorso della via Francigena da Susa alla tomba di Pietro, Roma. Questi i numeri: 830 i km percorsi, 24 le diocesi attraversate, 6000 le persone incontrate, 37 i quotidiani contattati, 24 i periodici, 43 le radio e 50 le televisioni. Il sito ufficiale, nonostante nel 2006 il web 2.0 fosse solo agli esordi, raccoglie oltre 50.000 accessi. Curiosa l’organizzazione: è un ufficio stampa mobile, collocato ingegnosamente a bordo di un camper, a promuovere sul territorio i contenuti del progetto. L’obiettivo, racconta, era creare “una comunicazione che fosse insieme orizzontale e verticale. Una dimensione che, errante, provenisse direttamente dai pellegrini e, allo stesso tempo, un secondo livello della comunicazione; un ufficio centrale organizzatore in grado di aggiornare con frequenza il sito e di redigere i comunicati stampa”. Anche Francesco Durante, giornalista per TV2000, riveste il ruolo di inviato a seguito dei nuovi pellegrini; seguendo il cammino Loreto-Assisi, realizza 21 collegamenti in diretta.

Giovanna Savignano, dal 2004 ai microfoni di Radio Pellegrinaggi di Radio Rai, torna a evidenziare come il pellegrinaggio abbia la capacità di creare spazi solidali. “Sebbene, tra chi si incammina, ci sia una distinzione tra una visione laica e una religiosa, le differenze finiscono per ridursi, arrivati alla meta, a una comune interpretazione” . Come a dire, trascendenza laica e movimento di fede. In entrambi i casi, la ricerca di un altrove. Che è anche di carattere politico, come nella marcia Perugia-Assisi, simbolo di un messianesimo che viene dal secolo.

Marta Facchini

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