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Se non avessi più te

Come cambia e se cambia il mondo dell’informazione dopo le dimissioni di Berlusconi. Questo è stato l’argomento del panel organizzato e moderato da Luca Sappino e Matteo Marchetti, conduttori di Ribalta su Radio Popolare.

All’evento sono intervenuti Claudio Cerasa, blogger e giornalista de Il Foglio, Elisa Calessi diLibero, Alessandro Gilioli, caporedattore de l’Espresso, e Giuseppe Cruciani conduttore de La Zanzara su Radio 24.

Gilioli ha evidenziato il fatto che “il berlusconismo non ha provocato danni solamente ai berlusconiani, ma paradossalmente anche agli antiberlusconiani. Berlusconi era una droga; ora ci stiamo disintossicando. L’informazione era drogata da questo personaggio che altrettanto chiaramente portava visualizzazioni in più. Ma dobbiamo capire che era una droga. Inoltre, è evidente che ci sono problemi giganteschi sulla libertà dell’informazione. Prima la situazione era distorta in relazione al fatto che ci governava un tycoon televisivo. Ora, per fortuna, stanno emergendo altri problemi. Finalmente però possiamo occuparcene, ora che non abbiamo più da pensare a Berlusconi. Un problema per esempio è quello della sostenibilità dei media professionali”.

Giuseppe Cruciani ha ammesso che “oggettivamente la questione del conflitto d’interessi ha bloccato tutto, per esempio la privatizzazione della Rai. Tra Mediaset e Rai c’è stata un’unione di interessi anche perché Mediaset non aveva alcun interesse a privatizzare la Rai”.

Cerasa ha riposto dicendo che “Monti non deve intervenire sulla Rai; quella è una responsabilità dei partiti. Secondo me la Rai andrebbe amministrata meglio, da azienda, e poi dare la possibilità ai partiti di riformare la Rai. In tutti questi anni la presenza di Berlusconi al governo ha creato una situazione di blocco in cui tutto è rimasto così com’era. Il vero dramma del berlusconismo è che tutto rimasto bloccato e non si è mai sperimentato nulla. Ora che non c’è più Berlusconi, si stanno sperimentando nuove cose, nuove strategie. C’è una nuova fase di sperimentazione”.

Secondo Calessi, infine, “è vero che prima c’era un blocco, o più precisamente una divisione obbligata in due squadre, che ha attraversato tutto, la vita dei cittadini e la vita dei media. Venuto a mancare Berlusconi è venuto a mancare un fattore che divideva in due campi. In questo senso il primo effetto del dopo Berlusconi è una crisi dei giornali, degli ascolti, dei tg, dei programmi di satira.”

Enrico Tata

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