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Quattro chiacchiere con chi chiacchiera di tv: intervista a Giorgio Simonelli

Dopo la conclusione della panel discussion “La coscienza di Mike”, che ha occupato parte della mattinata all’Hotel Brufani durante la seconda giornata del festival, ho rivolto alcune domande a Giorgio Simonelli, docente di giornalismo all’Universita’ Cattolica di Roma e creatore del programma televisivo Tv Talk.

Lei ha parlato del cote’ sociologico da cui un critico non puo’ prescindere. Da questo punto di vista, secondo lei perche’ negli ultini tempi un programma piu’ e’ trash piu’ viene seguito?
Questo e’ un mistero. C’e’ una serie di motivi: il primo e’ che il trash e’ diffusissimo quindi di fronte a una cosi’ grande quantita’ nessuno riesce a sfuggire perche’ si tratta di riti a cui tutti partecipano, anche se si tratta di riti orrorifici. Inoltre c’e’ un’attrazione verso il trash. L’orrore ha sempre attratto, basti pensare a quando c’e’un incidente stradale e sulla corsia opposta si forma la coda di curiosi. Infine ci sono raffinate tecniche di vendita del trash, le torno a fare un esempio gastronomico: MacDonal offre un cucina scarsa ma tutti ci vanno perche’ oggi il marchio prevale sul contenuto del prodotto. E oggi la televisione stessa contribuisce al degrado dei propri contenuti.

Si e’ discusso a lungo di Auditel e per questo le chiedo perche’ un programma interessante e di approfondimento, come Tv Talk ma anche tanti altri, va in onda in una fascia oraria cosi’ penalizzante dal punto di vista degli ascolti?
Siamo un piccolo programma, ma siccome siamo bravi e andiamo bene ogni tanto sogniamo la prima serata. Poi ci chiediamo se ne varrebbe davvero la pena perche’ quella fascia non e’ da buttare via e soprattutto il nostro programma non si adatta al grande calderone della seconda serata o del preserale. Abbiamo un pubblico che trova comodo anche il nostro orario ed i dati dell’Auditel ce lo confermano. Bisogna anche aggiungere che ormai il consumo televisivo prescinde dall’orario; a qualche critico e’ piaciuta la definizione che qualche tempo ho dato del palinsesto del nostro tempo, dicendo che non e’ piu’ verticale o orizzontale ma circolare, soprattutto grazie alla possibilita’ di vedere i programmi in streaming a qualunque orario si voglia.

Pensa che sia ancora possibile avere programmi di alta qualita’ in prima serata come accadeva una volta?
Sono molto curioso di una cosa: Massimo Ranieri, in tutti i programmi in cui va ospite, sta raccontando che in autunno portera’ in prima serata sulla Rai il teatro di Eduardo ed io non vedo l’ora che arrivi l’autunno per scoprire se questa cosa davvero sara’ possibile, cosi’ finalmente vedremo in faccia chi e’ che finora ha bluffato.

Valentina Selmi

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