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Non tutti i giornalisti sono uguali

Blogger e giornalisti, due categorie che sembrano guardarsi in cagnesco. I primi classificano gli “autori digitali” come informatori di Serie B, mentre quest’ultimi vedono nei professionisti delle notizie un’espressione non libera e vincolata a logiche editoriali.

I più “ghettizzati”, però, sono i giornalisti delle testate online, considerati degli ibridi e quindi malvisti da entrambe le categorie. Eppure l’informazione sul web sta conquistando ogni giorno una fetta più vasta di pubblico. Che il buon giornalismo non sia più una prerogativa solo della carta stampata è testimoniato dall’assegnazione – per la prima volta – del Premio Pulitzer ad una testata online (Propubblica).

Due sono i problemi principali dell’informazione su Internet: la certificazione delle notizie e la tutela dei giornalisti. “E’ necessario – spiega Roberto Natale, presidente FNSI – dare garanzie a chi naviga in rete, l’utente deve poter aver accesso ad un’informazione di qualità”. In quest’ottica, secondo Natale, i blog non possono essere equiparati alle testate online. Si pone quindi il problema di stabilire delle norme per la rete. “E’ bene che il web sia libero, ma tra libertà e anarchia c’è differenza. In Italia ci sono delle buone regole, ma purtroppo non vengono applicate” precisa Vittorio Pasteris, giornalista de LaStampa.

Il secondo problema, invece, riguarda appunto la tutela dei giornalisti di testate online. Come denuncia Adriano Provera – Segretario Generale della Fasipress – la Federazione Autonoma Stampa Italiana – così come avviene per la carta stampata, ancora di più nel mondo del web i giornalisti, più o meno giovani, vengono sottopagati e sfruttati. Un primo passo avanti è avvenuto con la firma del nuovo contratti di lavoro in cui i giornalisti tradizionali e quelli di Internet sono visti in una logica unitaria e non di contrapposizione.

Cosa devono aspettarsi dal futuro gli informatori ? Per ora c’è solo la promessa  di Natali che si impegna a restituire ai giornalisti della rete la stessa dignità dei colleghi della carta stampata.

Jessica Camargo Molano

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