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I numeri ci aiutano più delle parole. Donne, media e potere bis.

Angelo Mellone, moderatore apre la discussione chiedendo:- E’ vero che l’Italia è il paese più maschilista d’Europa?- A rispondere è Marialaura Rodotà che denota la presenza femminile dietro i desk, i lavori d’ufficio, presenze invece scarse come inviate e vicedirettori. Il problema delle donne è che l’opinione è minimizzata, le apripista sono le donne manager, quelle dei numeri. Ne fa esempio Cristina Tagliabue dove fa un confronto tra la sua esperienza di web manager e quella nell’ambito giornalistico: nel secondo c’è decisamente meno spazio e meno messa in luce. Tiziana Ferrario aggiunge che il più delle volte il potere lo si raggiunge tramite un uomo, non c’è struttura sociale che le aiuta. Ad un certo punto la donna per quanto brava ed eccellente nella sua professione si trova a scegliere. Sono cose che poi preconcette pesano. Sono argomenti che poi vanno in background, che il paese ignora. Laura Laurenzi offre uno spunto: le telefonate personali negli open space, le chiamate sulle colleghe sono quelle riguardanti figli e pressioni familiari, negli uomini no, nessuno li disturba. Il problema è la mancanza di politica per la famiglia, non è problema di governo, ma di decenni, Ferrario aggiunge che forse anche per questo abbiamo bassi tassi di natalità, non c’è aiuto e non c’è politica giusta. Mellone stuzzica di nuovo: la donna accetta questa posizione. Marialaura Rodotà parla della sua esperienza in una rivista femminile parlando della negoziazione del corpo femminile, il rischioso ‘empowering’ tramandato dalle riviste femminili anglosassoni, i consigli. Tra femminile e rotocalco c’è enorme differenza, il primo dà consigli, guida, il secondo dà pericolosi modelli predisposti, il più delle volte da menti maschili. Abbiamo fatto passi indietro? Mellone replica sul che si deve fare? Una rivoluzione? Tiziana Ferrario suggerisce il cambiamento nel quotidiano, nel sociale e nella cultura di un paese. È colpa nostra? Sono passi indietro quelli che facciamo? Purtroppo c’è l’Eva contro Eva come replica Laurenzi, la mancanza di unione anche tra donne stesse. Oltre il nostro piccolo villaggio, però l’aria cambia: quote forti di donne impegnate in politica, in rivoluzioni, in discese in piazza, in paesi come ad esempio l’Iran, laddove la libertà è un bene rarissimo che si difende ogni giorno. Siamo allora anestetizzati? I numeri sono quelli presentati in slides da Cristina Tagliabue prima del dibattito. In una domenica qualunque di Aprile, il massimo delle firme in prima pagina sono 4 e sono su La Stampa. Le altre stanno in bilico tra 3 e 2. Poche, in totale sui quotidiani siamo a 12,36%. I numeri svelano oggi molto più delle parole. E forse se l’Eva contro Eva smette di cessare, magari qualche numero in più riusciremo ad aumentarlo. Tagliente il commento di Laura Laurenzi : – Quand’è che Tiziana Ferrario tornerà al tg delle 20?-. Tiziana Ferrario si sfoga replicando che quello che è accaduto in redazione è stata una porcata. Finale con le scintille, laddove alla fine, nel quotidiano riemerge il problema della donna con la penna, legato come una piovra anche alla mala etica della nostra professione, specie nel settore radiotelevisivo pubblico.

Stefania Carboni

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