Martedi, Lectio Magistralis di Sergio Romano e altri grandi eventi.
Anche questa mattina, al festival del giornalismo sono stati numerosi gli eventi e i dibattiti che hanno attirato nel centro storico di Perugia numerosi appassionati e semplici curiosi.
All’Hotel Brufani il cuore del dibattito è stato sul conflitto dei Balcani, da anni ormai lontano dalle cronache giornalistiche. Ospiti del dibattito sono stati Barbara Gruber (giornale radio Rai), Milorad Ivanovic (vicedirettore di Blic) e Sergio Vento (docente presso la LUISS di Roma) e Christian Elia di Peacereporter in veste di moderatore. Barbara Gruber, aprendo la conferenza, ha evidenziato che siamo ormai a dieci anni dai primi bombardamenti della Nato sul Kosovo. Già all’epoca l’attenzione che i media dedicarono all’evento fu abbastanza ridotta, privilegiando gli aspetti drammatici a discapito di quelli politici. Solo col passare del tempo e con l’aggravarsi e il perdurare del conflitto, la crisi dei Balcani tornò poi agli onori delle cronache. Ivanovic ha invece spiegato come le popolazioni della zona vivano attualmente e ha mostrato al pubblico varie testate locali, spiegando come abbiano tutte proprietari stranieri. Quest’ultima è vista de Ivanovic come una situazione positiva che garantisce l’imparzialità politica dei giornali. Per quanto riguarda le prospettive future, Sergio Vento, evidenzia due problematiche fondamentali. in primis una mancata coincidenza tra nazionalità e località che porta a profonde fratture, ancora persistenti nel tessuto sociale e in secondo luogo l’eccessiva spinta proveniente dall’esterno, legata alle forniture di gas. Sempre Vento ha chiuso l’incontro sostenendo che «La riconciliazione è possibile se si fanno i conti con il proprio passato, ammettendo torti fatti e subiti. Senza la storia non si va da nessuna parte».
Al centro del secondo incontro della giornata, la proiezione della docufiction “Doppio Gioco” del regista Claudio Canepari. Il film, è un’inchiesta che scava a fondo nei rapporti che intercorrono tra la Mafia ed il potere e in cui si tenta di fare luce sui meccanismi che vi sono alla base. Mafia, politica e imprenditoria sono tre facce di una singolare medaglia: “Doppio gioco” è in tutto e per tutto un narratore di questo spettacolo, nascosto al grande pubblico che spesso si perde tra informazioni imprecise e sommarie. Il giovane pubblico in sala ha avuto una grande occasione per avere una visione complessiva ed esaustiva sul potere della mafia in Italia.
Nel Salone d’Onore della Regione Umbria si è invece svolto l’interessante convegno “La prevenzione nei media: responsabilità o business”, volto a chiarificare il ruolo svolto dai mass media nella diffusione di notizie riguardanti prevenzione e malattie. Il problema principale che si sono posti i partecipanti al dibattito è relativo alla qualità dell’informazione che molto spesso è percepita dal cittadino medio come ansiogena e disforica, e altre volte euforica. In poche parole, agli occhi del pubblico un farmaco o fa bene o fa male. A conclusione del dibattito vi è stata la raccomandazione a tutti i giornalisti di settore, di avere cura nella ricerca delle fonti che devono essere autorevoli e internazionalizzate.
Il grande evento della giornata è stata la Lectio Magistralis di Sergio Romano, editorialista del Corriere Della Sera. Davanti ad una platea numerosa, composta perlopiù da ragazzi ma anche da professionisti del settore e semplici appassionati, Romano ha argomentato sui poteri e le responsabilità del giornalismo moderno. A seguito di un breve excursus sull’evoluzione del giornalismo italiano, il noto giornalista ha centrato la sua attenzione sulle nuove forme di giornalismo come blog e testate on line che secondo lui sono semplicemente la voce di un “qualunquismo rancoroso”. Il quadro che emerge dalla sua analisi non è affatto positivo. Il giornalismo italiano è ancora legato ad un doppio filo con gli editori ed i padroni delle testate e spesso e volentieri è figlio della letteratura, che replica in malo modo. In compenso non vede nel mestiere del giornalista, un mestiere in crisi. Al contrario, vittima della crisi è l’azienda giornalistica, fortemente pressata dal mondo del web. Al termine dell’intervento, sono state numerose le domande del pubblico che hanno permesso un vivace scambio di opinioni sui vari temi trattati.