Agnese Moro, l’industria della cultura è in mano di pochi
Agnese Moro, dopo il suo intervento, si ferma volentieri per parlare di suo padre.
Sulla “normalità” di suo padre e sulla cultura. Lei crede che i servitori dello Stato attuali possano essere paragonati a quelli dell’epoca?
“Se per servitori dello Stato intendiamo le persone che spendono la loro vita per il bene pubblico e non solo i politici, e cioè tutti quelli che rendono possibile che lo stato vada avanti, io penso che ci sia un grandissimo senso, anche oggi, di partecipazione della costruzione di qualche cosa, di dare un proprio contributo per il bene di tutti. Penso che siano abbastanza uguali”.
I servitori dello Stato che lavorano dietro le quinte, all’ombra dei politici, molto spesso restano senza identità. Ma i grandi politici dell’epoca possono essere paragonati a quelli attuali?
” Al di là dell’importanza che la generazione di mio padre attribuiva alla cultura, c’è anche un tema che riguarda la dedizione, cioè l’idea che la tua vita è al servizio di qualche cosa di positivo, che deve tornare a tutti, che non è tua, che tu la spendi.. ecco, questo tema della dedizione mi sembra abbastanza inesistente in questo momento”.
La cultura rende liberi. Cultura oggi è sinonimo di devianza dell’informazione. Come crede che si possa far rifiorire la cultura ideologica nei giovani? Siamo al Festival internazionale del giornalismo e molti giovani sono venuti con la spinta emotiva di voler conoscere, sfondare i portoni della conoscenza e capire come funziona il mondo dell’informazione e soprattutto come relazionarsi..
“Io penso che tutta l’industria culturale italiana sia molto complessa e che sia nelle mani di pochi, però credo che ci sia un immenso spazio per le persone che amano davvero l’informazione libera, vera, per dare il loro contributo. In fondo si sta affermando sempre di più il peso e il valore dell’informazione che si fa su internet, che è certamente un mezzo più libero rispetto ai mezzi tradizionali di cultura. Penso che un giovane possa avere la sicurezza che se è preparato, un modo, la strada, l’ambiente, lo trova. Siamo sul crinale nuovo che verrà perché tutti vogliamo e in quel quadro l’informazione avrà un peso fortissimo”.
Mariella Rodi