Google (non) è un editore
Da tempo ormai sentiamo parlare dell’ infinita polemica riguardante il ruolo che il gigante dell’informazione Google sta acquistando nel campo editoriale. Il primo febbraio, dopo mesi di trattative, Eric Schmidt ha firmato l’accordo con il presidente francese Hollande che permette a Google di utilizzare le notizie dei mezzi d’informazione in cambio di 60 milioni che finanzieranno lo sviluppo dell informazione online.
Cosa ne pensano gli editori di questo accordo? Il settore dell’editoria deve sentirsi minacciato? Google sta tentando di scalzare via gli editori o può considerarsi piuttosto un supporto indispensabile?
Claudio Giua, direttore Sviluppo e Innovazione del gruppo editoriale L’Espresso, è fortemente convinto che la posizione assunta da Google a riguardo non possa essere assolutamente accettata dagli editori così come è stata posta. Le informazioni, infatti, una volta rese disponibili online, apportano guadagno non agli editori stessi ma a Google che di fatto non è il produttore di tale informazione.
Peter Barron, director of External Relations di Google per Europa, Medio Oriente e Africa, si difende dagli attacchi di Giua, puntualizzando che il loro principale interesse è rivolto all’utente e non agli editori. Loro intenzione è, tuttavia, di collaborare con loro e di supportarli e non di ostacolarli.
Di opinione opposta sono invece sia Luca De Biase (IlSole24Ore) sia il senior Writer di GigaOM Matthew Ingram. Entrambi sostengono che gli editori dovrebbero sfruttare il potenziale di Google al massimo e dare a disposizione più informazioni possibili. È innegabile che il motore di ricerca abbia fornito molte App utilissime e che grazie ad esso reperire notizie sia diventato più facile ed economico.
“Google e’ una realtà” afferma De Biase, bisogna che gli editori la accettino, si adeguino ad essa e allarghino i propri orizzonti.
Christiana Lamarca