“Dobbiamo ancora correre un sacco!”. Intervista a Jacopo Tondelli, direttore de “Linkiesta”
Linkiesta, nonostante sia partito da poco, è rapidamente diventato un punto di riferimento per chi si occupa di inchieste giornalistiche. Avete avuto il tempo di ritenervi soddisfatti o dovete continuare a correre?
No, no, bisogna correre ancora un sacco, altro che punto di riferimento. C’è ancora tantissimo da fare, siamo contenti di come sta andando, ma quello che dobbiamo fare è molto di più di quello che abbiamo fatto.
Siete molto attivi anche sui social network. Quali opportunità offrono, secondo lei, i social media per i giovani giornalisti che si occupano di inchieste?
Offrono opportunità enormi, a patto di non diventarne schiavi
Lei è anche autore del saggio”Mitra e kippà- Viaggio nelle viscere di Israele e Palestina”. Lei dunque conosce approfonditamente quei territori, ha seguito anche i giorni pre e post ritiro dei coloni israeliani da Gaza. Quale idea si è fatto della morte di Vittorio Arrigoni?
Io mi sono fatto l’idea che ho scritto su Linkiesta, è stata una morte tragica, crudele, ingiusta come capita sempre quando viene ucciso qualcuno. E’ stata una morte avvenuta in uno scenario di guerra, come ho provato a dire, di una persona che faceva parte di una guerra, combatteva anche una sua guerra, stava da una parte precisa e si è trovato tritato dalle dinamiche interne al mondo palestinese.
Alessandro Belotti