Slow Journalism: quando l’approfondimento richiede tempo e passione
Presente Storico è la collana Mondadori dedicata ai grandi reportage e ai temi che non compaiono sulla stampa tradizionale. In Italia scarseggiano quelli che all’estero sono i libri di approfondimento giornalistico, spesso frutto di professionisti freelance che impiegano anni e risorse per seguire una storia e raccontarla nei minimi particolari. Questo è il caso di Linda Polman e Fred Pearce, che hanno scritto rispettivamente di retroscena delle Organizzazioni Non Governative (L’industria della solidarietà) e del crollo demografico (Il pianeta del Futuro).
Il giornalista freelance gode di ampia libertà nella scelta dei temi da approfondire, ha molto tempo a disposizione per viaggiare e capire come raccontare la sua storia. Allo stesso tempo però si tratta di un tipo di giornalismo più costoso. Ecco perché all’estero è abitudine prendere contatti con le case editrici eventualmente interessate alla pubblicazione prima di partire per scrivere il reportage.
In Italia invece i giornalisti si limitano a scrivere saggi o romanzi per staccare dalla cronaca sulla carta stampata. Manca quel giornalismo di approfondimento di cui il paese avrebbe bisogno. Certi temi sono spesso trattati velocemente e in modo superficiale, con difficili letture su internet che stancano l’utente dopo poche righe, mentre con il supporto cartaceo del libro potrebbero essere lette in modo più attento ed efficace. Inoltre attraverso il libro il giornalista non riporta solamente notizie o dichiarazioni altrui, ma può finalmente esprimere le proprie opinioni in modo articolato.
Vittorio Zambardino, co-autore di Eretici Digitali, ci tiene a sottolineare inoltre come qualsiasi scoop giornalistico sia destinato ad essere superato e dimenticato nel giro di pochi giorni. Solo il libro, in quanto oggetto, riuscirebbe nell’intento di conservare le informazioni e diventare punto di riferimento.
Lo slow journalism potrebbe interessare diverse forme: dalla fotografia al giornalismo di precisione.
A giovare di inchieste prolungate su argomenti difficili non sarebbero solo gli utenti ma anche gli stessi professionisti del mondo della comunicazione, che si riapproprierebbero così del valore di giornalismo inteso come mission, cioè missione civica.
Francesca Di Felice