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Internet è partecipazione: intervista con Antonio Sofi

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Tra i tanti appuntamenti dedicati al tema giornalismo e Internet, c’è stato l’incontro “Internet è partecipazione. Twitter, Facebook & C.: quali strumenti usare per favorire il dialogo con il lettore?” a cui hanno partecipato giornalisti, blogger ed esperti dei nuovi mezzi di comunicazione, sia italiani che stranieri. Un dibattito all’insegna della vera partecipazione, in cui l’intervento dei relatori, come dei post, hanno stimolato domande e riflessioni del pubblico sottoforma di commenti.

Al termine dell’appuntamento abbiamo fatto una piccola chiacchierata con Antonio Sofi, consulente politico e professore universitario,  ma soprattutto emblema della blogosfera italiana. Entrato a tutti gli effetti in questo intricato mondo nel 2003 con Webgol, blog su web, politica e giornalismo – premiato come miglior blog giornalistico al Festival del Blog organizzato dall’Università di Urbino – collabora con Apogeonline e nel 2007 ha fondato Spindoc, blog di approfondimento sulla comunicazione politica e sull’uso della Rete e delle nuove tecnologie nelle campagne elettorali.

Da una passione, quindi, cominciando come tutti un po’ per caso, un po’ per scommessa, ha fatto del web la sua professione, diventando uno dei primi esperti di new media in Italia. Estendendo la sua personale esperienza a quella degli altri blogger più o meno professionisti, ci ha spiegato in modo fresco e conciso l’origine primigenia del bloggare: si tratta del bisogno inespresso di comunicare senza filtri, di diventare editor di se stessi e divulgare materiale di un certo livello attraverso uno strumento che, però, può arrivare davvero a tutti.

La Rete è infatti un grande problema per i giornalisti tradizionali, che cercano di aggrapparsi con le unghie e con i denti alle proprie scrivanie ma che hanno i minuti contati, nel mare potenzialmente infinito del web 2.0: questa complessità si risolve solo con il community managing, tenendo conto dello screttore, una nuova specie di fruitore che produce, oltre che consumare, informazione e che quindi è un’enorme opportunità per i giornalisti del nuovo millennio. Ecco perchè il primo vero feedback al suo lavoro di blogger ce lo racconta come un momento di estrema emozione: il primo commento è come il primo bacio, e non si scorda mai.

Intervista di Paolo Epifani
Articolo di Valeria Gentile
Foto di Giovanni Ritacco

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