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Il futuro dell’informazione online: intervista a Giulio Anselmi

L’evoluzione continua dei mezzi di comunicazione online pone delle forti sfide per i media tradizionali. Abbiamo chiesto a Giulio Anselmi, già direttore de La Stampa, da un anno presidente dell’agenzia Ansa, cosa pensa sul futuro dell’informazione.

Giulio Anselmi

Si stanno moltiplicando i modi di fare giornalismo online. Poche settimane fa è stata lanciata Dig_it, un’iniziativa italiana di giornalismo on demand, in cui sono i lettori a finanziare le inchieste. Si parla, inoltre, sempre più di giornalismo partecipativo. Come può oggi il lettore riconoscere l’autorevolezza delle testate online?
“Per l’informazione online vale il discorso che vale per la carta stampata. L’autorevolezza si impone per le cose che si riescono a comunicare e per le verifiche sulla fondatezza che è possibile fare. Da un punto di vista quantitativo la carta stampata ha un’organizzazione del lavoro dove ci sono persone che in termini civili e penali rispondono delle cose che sono state scritte. L’informazione online è fatta di realtà di tipo diverso, alcune paragonabili a quelle della carta stampata, altre molto improvvisate. In ogni caso bisogna essere laici: verificare, verificare, verificare.”

Con la diffusione dei social media e dei blog si creando una forte disintermediazione. Il lettore può leggere le notizie direttamente dalla fonte. Questo ha il vantaggio di velocizzare notevolmente la diffusione delle informazioni. Come presidente Ansa, come crede che un’agenzia di stampa oggi possa confrontarsi con la velocità dei social media e di Internet?
“Per un’agenzia di stampa è tanto importante essere veloce, quando affidabile, cioè non sbagliare. Un’agenzia di stampa dà una notizia, ma al tempo stesso è un parametro della credibilità della notizia per tutti gli altri media che si affidano a lei. Sono due realtà che devono convivere: dare cose che più si avvicinano alla realtà e più velocemente possibile.”

Un altro dibattito molto diffuso in Rete è quello fra notizie a pagamento e notizie liberamente fruibili. Come editore e presidente Ansa è più vicino alla linea Murdoch, che a giugno renderà il Times online a pagamento o più a quella del Guardian, che spinge verso la libertà delle notizie online?
“Anche qui bisogna essere laici. Le Monde si è dato un obiettivo: avere una sua edizione online gratuita un po’ più povera, una sua edizione online specifica a pagamento e un giornale cartaceo. Questa può essere un’ottima soluzione.”

I social media e Internet oggi consentono l’accesso a molte informazioni sulla violazione dei diritti umani in Paesi come Iran, Cuba e Cina. Qual è il ruolo della stampa occidentale nella diffusione di queste notizie?
“I giornali dell’occidente devono dare il maggior numero possibile di informazioni non solo su se stessi, ma anche sul resto del mondo. La qualità di un buon corrispondente o di un buon inviato sta proprio nell’essere capace di trovare notizie vere, verificate e di darle. È capitato di frequente che un inviato sia stato espulso da un Paese in cui certe notizie non erano gradite. Questo fa parte del mestiere. Ci sono tantissimi giornalisti italiani che sono stati espulsi dalla vecchia Unione Sovietica, piuttosto che dalla Cina. Tiziano Terzani, eccellente giornalista, diventato guru della libera informazione, è stato cacciato via dalla Cina per questa motivazione.”

Pasquale Lorusso

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