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Globale e locale, due prospettive sullo stesso mondo, uno sguardo

A Verona c’è un giornale, L’Arena, che è il giornale di Verona.
A dir la verità ultimamente ce ne sono altri, adesso perfino il Corriere fa quotidianamente Il Corriere di Verona.
Ultimamente in realtà ci sono anche nuovi cittadini veronesi, e nuove persone che vivono a Verona senza essere ancora e chissà per quanto, cittadini. Ma per loro un giornale non c’è ancora.
La stragrande maggioranza dei “veronesi” quindi ogni giorno dà almeno un occhiata a L’Arena: a seconda delle fasce d’età si sfogliano alcune pagine più velocemente di altre: chi si ferma sulle notizie locali del proprio paese o zona , chi legge lo sport, chi la pagina dei morti (molti sostengono che senza questa il giornale non avrebbe poi tanto successo), chi cerca un lavoro, e chi invece vuole sapere che opzioni ha per una serata tra amici e musica, un incontro più o meno culturale o un cinema. Cinquanta, venti, settanta, trent’anni.
Qual è la ragion d’essere di un giornale locale?
Su questo tema si è incentrato l’incontro di mercoledì in sala Lippi alle 17.30. Invitati rappresentanti della stampa locale e rappresentanti locali della stampa. Coinvolto alla fine dell’incontro anche il pubblico che si è dimostrato portatore di interrogativi-rapidi, diretti, curiosi- , che hanno lasciato il pubblico con più stimoli che risposte.
La stampa locale è chiamata ad affrontare esigenze diverse rispetto a quella nazionale: essa parla ad un territorio e ai suoi abitanti che sono sì cittadini italiani, ma anche paesani, abitanti di un territorio verso cui nell’era globale si tende ad identificarsi,a trovare un punto d’appoggio per la propria identità, a riversare interesse, su cui si può avere una qualche forma di controllo e partecipazione.
La stampa locale e i suoi rappresentanti concordano nel ripudiare come mission lo scimmiottamento delle grandi notizie su scala nazionale e mondiale, per cui non si hanno né interesse né mezzi per occuparsene in maniera competitiva, ma nel coinvolgere il cittadino rendendolo cittadino attivo, partecipe e coinvolto nelle vicende: svolgere quindi un servizio pubblico.
Alla stampa locale spetta quindi una grande responsabilità, la responsabilità a cui può invece sfuggire un giornalismo che parla di fatti lontani, i cui protagonisti non sono direttamente interpellati come verifica. Un giornalismo tangibile, che può intervenire sui problemi concreti dando voce ai diretti interessati e chiedendo risposte e spiegazioni a diretti responsabili che non possono certo nascondersi dietro l’angolo .
Per assolvere questo compito “etico”nei confronti del lettore è indispensabile che il giornalismo locale, regionale, e i giornalisti gli diano vita, non si considerino di seconda classe, di serie B, non siano sottopagati, non siano screditati dall’opinione pubblica: la qualità e l’impegno richiesti devono essere gli stessi, per un bravo giornalista, qualsiasi sia l’argomento trattato.
Come inserire queste semplici considerazioni in una prospettiva di riflessione che vuole rapportare il locale e il globale?
Innanzitutto il titolo ci sembra un po’ anacronistico rispetto agli studi contemporanei: vediamo infatti come il globale sia tale appunto perché insinuato e presente anche nei localismi più remoti, dai paesi delle province agricole e industrializzate in cui lavorano migliaia di immigrati, dai villaggi africani con un unico internet point affollatissimo.
Siamo tutti affacciati allo stesso mondo, ciò che cambia è quello che possiamo toccare poi concretamente con le nostre mani.
Qual è il senso di un’informazione locale oggi, se rifuggiamo l’autoreferenzialità, se contrastiamo la chiusura e miriamo ad essere cittadini del mondo?
Essere realmente cittadini del mondo significa esercitare la propria partecipazione aprendo gli ochhi su ciò che accade aldilà dei muretti dei nostri giardini, e capire gli altri significa innanzitutto conoscere sé stessi. In questa mediazione tra l’io e il mondo la comunità di appartenenza, in cui quotidianamente si esperiscono le piccole azioni che fanno grande un uomo, è il supporto fondamentale per una persona reale e non virtuale.
La comunità che come cerchi concentrici ci ingloba e si estende fino a coincidere con il mondo intero condividendolo si sta rendendo conto che i fenomeni sociali sono globali perché legati, cause e conseguenze a catena.
La stampa locale dovrebbe aiutarci, per essere veramente utile, a specificare ed esplicitare la nostra particolare situazione come manifestazione del sistema mondo. Ciò può avvenire sia presentando fatti e situazioni salienti nella dimensione locale e inserendole poi in una prospettiva di scala più ampia, sia attraverso il processo contrario, quello attraverso una lente d’ingrandimento che osserva come grandi fenomeni sono vissuti in una selezione spazio-temporale.
Per essere utile a chi? Per essere utile alla società: attraverso una dialettica simile la stampa locale realizzerebbe un’informazione con risultati concreti nello sviluppo di una coscienza civica globale: permetterebbe il confronto e la condivisione di problemi e soluzioni, stimolerebbe la curiosità, rivelerebbe le ingiustizie e obbligherebbe ciascun singolo municipale cittadino ad essere informato e dunque non ignorante dei problemi altrui, delle possibilità e dei limiti della globalità.
La stampa locale come inserimento e spazio di riflessione di una parte del globale che cerca di comprendere sé stessa e il suo posizionamento nella nuova realtà che non abbiamo ancora i mezzi, i concetti, le parole per vivere e migliorare potrebbe essere il futuro per una stampa locale importante: una stampa che saprà parlare a tutti i suoi cittadini, vecchi e nuovi, che saprà valorizzare la vita del territorio come esperienza reale rispetto alla realtà virtuale, che saprà aiutare i cittadini a tracciare le connessioni tra la vita del proprio paese e quella del mondo intero.
Se raccoglierà questi inviti, queste esigenze del pubblico di oggi e di domani, la stampa locale avrà sempre ragion d’essere, una ragione profondamente sociale. E’ certamente un obiettivo ambizioso e gravoso, ma mirando a questo la stampa locale diventerebbe insostituibile strumento di comprensione della realtà, e nessuno potrebbe mettere in dubbio il suo diritto alla sopravvivenza
 Sara Spiazzi

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