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Reportage di viaggi nell’era di Tripadvisor

 

Foto di Pietro Viti

Nell’era di Internet e dei siti di recensioni come Tripadvisor, il mondo dei travel media ha subito una vera e propria rivoluzione: come rispondono i reporter di viaggio tradizionali alla spietata concorrenza del web? Perché un viaggiatore dovrebbe acquistare una guida turistica, piuttosto che una rivista, quando può ricavare ancor più informazioni dal portale web? Ci rispondono Lee Marshall, travel writer per numerose testate inglesi e americane; Doris Zaccone, speaker conduttrice della trasmissione “Capital in the world” in onda tutti i giorni su Radio Capital; Angelo Pitro, editore di Lonely Planet Italia e Marco Allegri, travel blogger dal 2005, fondatore di nonsoloturisti.it.

“Questo non è il funerale dei travel media tradizionali”, esordice Lee Marshall, benché le statistiche non prefigurino uno scenario idilliaco per le testate giornalistiche in questo settore. Dati alla mano, infatti, solo il 6% dei viaggiatori sceglie la sua destinazione in base a quanto letto su una rivista, contro il 22% di chi preferisce consultare blog o siti di recensioni. In realtà Angelo Pitro ci rivela che gli stessi autori delle guide di viaggio sono soliti consultare siti come Tripadvisor, ma che queste fonti non possono certo considerarsi sostitutive rispetto a strumenti più tradizionali e, soffermandosi sui dati riportati precedentemente, ritiene che l’uso esclusivo di questi nuovi strumenti possa condurre al rischio di omologazione. “Londra, Parigi, Roma.. L’ 80% dei viaggiatori non supera i confini del proprio paese e di quel 20% che va all’estero, buona parte sceglie le stesse quindici destinazioni, che risultano puntualmente le più gettonate. Come se, là fuori, non ci fosse poi tanto altro da scoprire.”
Dal canto loro, i social, così come i blog, hanno l’ arma potentissima dell’immediatezza. “Il blog, a differenza delle testate giornalistiche nasce dalle esperienze personali e dalla voglia di raccontarle, attraverso i social media si possono trasmettere le proprie emozioni in tempo reale e questo, per chi ci legge, è importante. Inizialmente un travel blogger viaggiava a sue spese e senza ricevere alcun compenso, ultimamente alcuni viaggi vengono sponsorizzati, soprattutto nel caso dei blogger più conosciuti”, ci racconta Marco Allegri. Una sorta di carnet de voyage dei giorni nostri, il blog, che grazie alla vasta gamma di strumenti che la nuova tecnologia ci offre, è in grado raggiungere risultati davvero eccezionali.
Potremmo quasi considerare quello del reporter di viaggio, come uno dei mestieri più belli del mondo! Chi non vorrebbe visitare luoghi fantastici, rilassarsi nei migliori hotel o nei pressi di un’oasi incontaminata, per poi leggere la propria firma nella testata di un noto giornale o essere fondatore di un blog seguito in tutto il mondo. “Bello, ma altrettanto faticoso, si tratta pur sempre di un lavoro e non di una vacanza. Se hai tre giorni a disposizione, in quelle centottanta ore devi captare il maggior numero di informazioni possibili sul luogo che ti trovi a visitare. Inoltre il budget non copre mai tutte le spese di viaggio”, ci risponde Lee Marshall. Il viaggio implica, infatti, anche un dispendio di denaro che in molti, in tempi come questi, affermano di non potersi permettere, quasi si trattasse di uno spreco. “Il viaggio non è accessibile a pochi. In realtà ognuno fa il viaggio che crede, dove crede, anche all’interno della propria regione”. La Zaccone pone dunque l’accento sull’idea del viaggio che non è mai frivolo, si tratta piuttosto di un investimento, un arricchimento.

Ancora una volta il Festival diventa luogo di incontro tra personalità professionali molto diverse, le quali si trovano ad operare in una branca del giornalismo che ha subito non meno delle altre, gli effetti rivoluzionari del web. Grazie alle nuove tecnologie abbiamo appreso un nuovo modo di dare e ricevere informazioni. Abbiamo in mano nuovi strumenti, in un rapporto di complementarità con i modelli più tradizionali. Nessuna condanna, dunque, ma l’avvio di un epoca in cui anche il lettore può diventare reporter, dando vita a un prezioso archivio di parole, raccontando esperienze, emozioni, suggestioni.

Viola Bellisai

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