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Carlo Gubitosa: il pionierismo del fumetto giornalistico

Photo Danila D'Amico

Il campo pionieristico del giornalismo è il fumetto. Carlo Gubitosa parla dell’efficacia con cui il fumetto arriva a tutti. L’attenzione alle fonti e l’importanza dell’informazione attribuite ai nuovi fumetti sono le basi per il loro ingresso nel mondo del giornalismo.
Carlo Gubitosa è fondatore di Mamma!, rivista fumettistica che propone tematiche politiche, ambientali e di cronaca attuale.

Oltre all’informazione, come riesce il fumetto a fare anche opinione?

L’opinione è figlia della cultura del proprio tempo. Se vogliamo creare opinione dobbiamo innestarci su quella che è la cultura con cui abbiamo a che fare. Noi di Mamma! raccontiamo il problema di una città partendo dal basso. È necessario recuperare la capacità di raccontare i problemi anche attraverso storie che molti potrebbero considerare troppo popolari. La nuova sfida del giornalismo è di partire dalla vita quotidiana delle persone, per condurle in percorsi di lettura su temi chiave del nostro tempo. Questo è più facile se si utilizza il linguaggio del fumetto, che coinvolge più livelli di esperienza: non solo il piano razionale della lettura, il piano dell’informazione, ma anche il livello estetico e il livello del coinvolgimento. Vedere una persona piangere nel fumetto non è come leggerlo in un articolo. Stiamo sperimentando che esistono nuovi linguaggi, come alcuni anni fa sono stati scoperti i linguaggi della fotografia e della televisione.

Come avviene la distribuzione della rivista? E a che pubblico arriva?

La distribuzione è su abbonamento. Il magazzino è il mio salotto: dietro al divano tengo gli scatoloni pieni di giornali. Quando riceviamo richieste, vado in posta e spedisco direttamente i giornali. Il pubblico che abbiamo è molto vario, e questo ci rassicura e ci fa anche piacere. I nostri lettori vanno dagli appassionati di fumetto a chi non conosce i fumetti ma è interessato ai nostri temi (l’Africa, la follia, la paura, la Resistenza, la Primavera italiana, l’editoria), che ci toccano da vicino, pur non essendo temi prettamente legati al mondo del fumetto, della satira o dell’illustrazione, ma sono temi universali trattati con un linguaggio particolare.

Dai riscontri che abbiamo il giornale arriva a tutti: dallo studente universitario, all’appassionato di fumetti fino a quello di cronaca che non riesce più a trovare una rivista come Diario della Settimana, come Avvenimenti, i grandi settimanali indipendenti. Tutto questo pubblico sta trovando nel giornalismo a fumetti uno spazio per le proprie esigenze.

È quindi una piattaforma importante per la fruizione di un’informazione che attraverso la scrittura della carta stampata non riusciva ad arrivare a qualsiasi tipo di lettore?

Più che altro stiamo cercando di riportare la carta in mano a gente che non la prendeva più e di far scoprire il fumetto a gente che prendeva in mano la carta ma non leggeva fumetti. È giusto parlare di ibridazione: il pubblico del fumetto si appassiona ai temi di attualità, mentre chi è appassionato ai temi che proponiamo si appassiona di fumetto. Oggi come oggi la contaminazione fra generi e fra pubblici differenti è fondamentale.

Chiara Compagnoni

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