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Un atrio molto affollato: tre grandi italiani al Brufani

Festival in via di chiusura. In pochi sono rimasti, tra quelli che tornano a casa e quelli che oramai hanno visto quello che gli interessava. Oramai ci si concentra sulle personalità che fanno da contro copertina. Ma mai contro copertina è stata più affollata: da Scalfari a Mentana, per finire con Tornatore. Tre nomi che riecheggiano nel panorama italiano, tra lo storico, il culturale e il politico. E quale cornice migliore per incontrarli tutti e tre insieme se non il lussuoso atri dell’Hotel Brufani? Entri dalla porta principale è il primo in cui incappi è Mentana: molte le domande dei ragazzi. Ma lui risponde con sicurezza e con un tono un po’ ironico. Dà risposte dirette senza girarci tanto intorno e si concede un sorso di caffè tra una domanda e l’altra. Lo lasci che conversa ancora con alcuni volontari e passi oltre. Arrivi nell’atrio e ti senti disorientato: a destra c’è Eugenio Scalfari, storico fondatore de “La Repubblica”; a sinistra Giuseppe Tornatore, regista di fama internazionale. Precedenza a chi ha più storia, e non storie, da raccontare e ti fiondi a sentire la voce di un signore ottantaseienne che rivela subito un’identità decisa e che ha lottato molto. Sky lo intervista e lui alla fine ammette “Sa che Sky è l’unico telegiornale che ancora guardo?” . Detto ciò se ne va con eleganza e appoggiandosi al suo bastone nero. Ora volgi lo sguardo verso Tornatore che ancora è in piena intervista. “Allunghi” l’orecchio e senti un tono pacato, rassicurante e calmo. Spiega il perché di molti suoi film, fa riferimenti alla quotidianità e agli ultimi eventi; partecipa domandando a chi gli fa l’intervista e tratta tutti con molta gentilezza. Non rifiuta nessuna domanda e rimane lì per un altro quarto d’ora. Finiscono le domande e lui saluta mentre l’ultimo intervistatore lo ringrazia “per il tempo dedicatogli”: lui fa un cenno come per dire “non è un problema, quando volete”. Ecco l’immagine di questa chiusura del Festival: tre grandi italiani, in un hotel di lusso, circondati da giovani.
Abramo Chiccarelli

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